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al testo di Ferdinando Battaglia
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Figlio, il tempo non è clemente con noi; perché ci separa come uno iato obbligato che lacera le vocali d'una stessa poesia.
Tu cerchi con forza il tuo oggi e affamato di vita attendi che in fretta ti raggiunga il domani; per me, solo mi aspetta la fatica di ritrovarmi tra le mani quel ch'è già stato dentro il mio ieri.
Ora quel che dovrei dirti preferisco tacerlo, ché non diventi il mio il gracchiare d'un corvo a impedire il volare d'un sogno;
poiché al destino di un figlio non appartiene il dolore di un padre.
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Fiammetta Lucattini
- 08/08/2011 17:56:00
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Con gioia, dopo aver letto commenti lusinghieri e "laureati", mi associo alla più sincera ammirazione per la tua profondissima poesia, un oceano i cui fondali non sono iquinati dalla banalità delle onde.
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Franca Alaimo
- 04/08/2011 18:56:00
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mi sembra una delle più belle e forti poesie che Nando abbia pubblicato su questo sito. E difficile accettare questo iato fra generazioni, ma labbiamo fatto anche noi e credo anche deludendo spesso i sogni dei nostri genitori. Al di là del significativo contenuto, la poesia è bella per struttura, pregnanza lessicale, capcità comunicativa.
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Loredana Savelli
- 03/08/2011 20:56:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
Bellissima e non ci sono altre parole, nè iati.
Ciao!
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Giacomo Colosio
- 03/08/2011 19:42:00
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Bella poesia, significativa, condivisibile per chi è padre ed ha un figlio che sta spiccando il suo volo, magari incerto. Forza, pathos, convinzione, saggezza...cè di tutto in questi versi, anche ben calibrati. Sarà che io vedo sempre( o quasi) gli altri più bravi di me, ma vorrei averla scritta io questa poesia. ciaociao
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